Dove mi trovo? → PressItalia di Metallo su Il Canto del Cigno

Italia di Metallo su Il Canto del Cigno

Se avete voglia di ascoltare tante cose, diversi generi, riferimenti continui ebbene qui avete quello che fa per voi.

Non è detto che mettendo in campo tanti campioni, la squadra venutasi a creare diventi magicamente un’ammazza campionato; a volte il voler necessariamente scendere a compromessi artistici fra i membri del sodalizio, o cercare con ostinata fissazione un quid di alternativo, può portare al pericolo di creare una sorte di confusione, di spaesamento, un rischio tangibile di costruire una Torre di Babele che poco giova al godimento generale nell’accostarsi per un ascolto rilassato.
 
Detto questo la band si presenta nelle singole caratteristiche con degli ottimi strumenti che messi propongono, a detta del gruppo stesso nelle note di biografia, un Avant Garde Rock. Ora senza scomodare nomi illustri che hanno scritto le pagine storiche dell’Avanguardismo quali Cage, Stockhausen, Zappa e gli indefinibili Can, si può ammettere che rispetto a quelle atmosfere create negli anni passati, con questo “Il Canto Del Cigno” (il titolo vuole essere forse profetico?) siamo ben lontani da costruzioni di ampio respiro. Con questo non sto dicendo che di fronte ad un apparente disordine musicale in ottica di strutture, ci sia dell’incompetenza tecnica, tutt’altro; si percepisce benissimo l’estrema padronanza degli strumenti, la profonda conoscenza della materia e la lunga esperienza derivata da innumerevoli concerti su palchi anche prestigiosi (hanno condiviso lo stage con i Linea 77 nel 2016 e con i Nanowar Of Steel nel 2017 per esempio). Ma la musica è fatta anche di chimica, di sangue, di passionalità ed è tutto questo che viene un po’ a mancare in questi sette pezzi.
 
Il primo pezzo sembra uscito dalla testa di Billie Armstrong la voce e la chitarra degli statunitensi Green Day.
 
Micropohone vuole essere un mix fra Funky e Rock ma quello che rimane impresso è lo stacco centrale sbeffeggiante ed oltraggioso a la Elio e Le Storie Tese.
 
Troviamo alla terza composizione uno stacchetto Swing post Rock And Roll anni 50 fra Stray Cats e il Re con l’aggiunta di una rivisitazione della celeberrima colonna sonora dello spot anni 80 delle caramelle Tabù.
 
Fiati e ritmi sincopati alla Caputo in Log Out un brano che non sfigurerebbe in una kermesse canora tipo quella del nostro Festival nazionale.
 
Con il quinto pezzo c’è una interessante commistione fra un Joe Jackson d’annata ed i primi Boomtown Rats: un bel pezzo lento con molti rimandi evidenti al Rock inglese.
 
Si ritorna ai fiati ed ai ritmi tipici del Funk nell’italianissima Effetto Coolidge con un lapalissiano richiamo ad un certo Cherubini. Si chiude con il Britpop di Let It Go brano godibile che scivola via in modo indolore.
 
Per concludere sicuramente on stage il gruppo saprà intrattenere meravigliosamente la platea; se avete voglia di ascoltare tante cose, diversi generi, riferimenti continui ebbene qui avete quello che fa per voi.
 
Leonardo Tomei